DAL “CATALOGO REGIONALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DELLE MARCHE” ALLEGATO AD “ART LEADER” “Il femminile di Dina Del Curto”. Volti immobili, sguardi fissi nel vuoto, maschere senza tempo, da qualunque latitudine provengano. che occupano, oserei dire inevitabilmente, la superficie problematica della tela: figure femminili avvolte da lunghi scialli che, dopo aver coperto i capelli, scendono sul corpo, sulle vesti, barriera invalicabile, rassegnazione. “Donne di Bukhara, Samarcanda “Madri di Shanghai “, le indiane che si bagnano nel Gange, le fioraie che stancamente sono in attesa di un improbabile acquirente, sfilano davanti ai nostri occhi in una sorta di reportage della condizione femminile lucidamente trasmesso nelle tele di Dina Del Curto. Un viaggio, quindi, attraverso i territori del femminile, condotto con estrema sensibilità, alla ricerca incessante di un universo cognitivo, introspettivo, che si dispiega per il tramite di tecniche diverse. E, se il tratto nervoso ed immediato disegna i paesaggi, segni più morbidi ci restituiscono le immagini della gente di varie etnie, con la delicatezza dell’acquerello. ll colore come filtro, come elemento di scarto, quasi a voler sottolineare una partecipazione coinvolgente, sì, ma temperata. Per contro, i fiori, con colori di prorompente vitalità, direi sensuali. Ma, forse, sarebbe più giusto dire femminili. GIORGIO BERCHICCI DAL CATALOGO DELLA MOSTRA “VIAGGI NEL MONDO DEL COLORE” CENTRO CULTURALE SAN SILVESTRO, OSIMO, DICEMBRE 1988 Considerando le opere di quest’artista sorgono spontanei e logici molti riferimenti. Si pensa all’Ulisse di Omero e di Dante, all’antico, ma anche dannunziano “non è necessario vivere, è necessario andare”. Ecco, infatti, alcuni titoli di opere: “Danzatrici di Bukhara”, “Le Fioraie di Novosibirsk”, “Donne Indios di Iguacu”, “Giovani donne Uzbeke”, un reportage colmo di colori, freschi nelle tecniche miste e nell”acquerello, più profondi nell’olio. La continuità di stile e di linguaggio uniforma tutta la produzione, che è come una canzone cantata alla vita in ogni latitudine, al di sopra delle razze, dei caratteri etnici, somatici, delle varie civiltà, usanze, costumi, che pure sono così efficacemente individuati e riferiti. Un andare per il mondo con le scintille negli occhi per cogliere ovunque il calore umano, la bellezza irrepetibile dei luoghi, la dolcezza e il peso della quieta rassegnazione. Momenti colti quasi di sorpresa dalla vita quotidiana, una tregua di riflessione, come l’epilogo di un racconto che ha radici nelle lontananze del tempo. Il desiderio di conoscere si distende e si risolve nell’esecuzione di questi quadri, che sembrano appunti tracciati sullo spazio della tela, ma hanno tutt’altro che il carattere della frettolosità anche se riferiscono dati innati di disegnatrice e pittrice. L’intuizione penetra la superficie dell’apparenza e su essa interviene poi l’attitudine alla rimeditazione con l’intendimento della sintesi, così emerge e si afferma l’essenziale che si avvicina al vero, che non consente distrazione alcuna. L’intonazione e la tendenza sono quelle del figurativo” ma nuovo e di notevole rilievo artistico dove colore e segno giocano e fluiscono in termini convincenti e suggestivi. La linea corre spesso sottile, morbida quanto perentoria per suggerire fisionomie, caratteri ed ambienti. E’ l’insieme e la profondità del significato che contano, non certo questo o quel ritratto, questa o quella descrizione di angolo di mondo. La lettura di queste opere appare agevole quanto avvincente e siamo condotti a comprendere l”anima della gente, i caratteri peculiari di un paesaggio, di uno scorcio di città. Il colore può essere tenue e modularsi trascorrendo velatamente da un valore ad un altro, può anche essere deciso e ben contrastato nelle diverse zone, ma è un colore personalissimo, non è detto da altri. Ha in sé e comunica il mistero della vita, che informa e dà colore a tutta la realtà. Non rispetta i confini delle cose e delle persone, ma è come una sensazione, o meglio, un susseguirsi di emozioni, che certamente non possono essere incasellate e comprese nei perimetri delle regole. Diari di viaggio, quelli di Dina Del Curto, ma soprattutto viaggi nel mondo del colore. ELIO SUCCI